Il nuraghe Diana

Sito archeologico Nuraghe Diana

Introduzione al sito archeologico

Il Diana è un nuraghe di tipo complesso posto nel territorio costiero di Quartu Sant’Elena, a pochi chilometri da Cagliari, situato in posizione dominante sul promontorio granitico denominato Is Mortorius.

Il luogo in cui è stato edificato consente una straordinaria vista sul Golfo degli Angeli. Gli studiosi affermano che il nuraghe svolgesse l’importante funzione di garantire il controllo delle vie marittime, attraversate da popoli che transitavano nelle coste del Golfo fin dal XIII secolo a.C..

Si erge per circa 15 metri dal piano di campagna e il suo mastio oggi risulta sormontato da una toretta d’avvistamento militare facente parte della “Batteria Carlo Faldi”, realizzata durante l’ultimo conflitto mondiale nell’ambito delle difese costiere.

Vista 3D Nuraghe Diana

Immagine interattiva: trascina per ruotare

Le prime notizie storiche sul complesso nuragico risalgono al 1856. Lo storico Casalis nella sua opera, alla voce Quarto ab urbe lapide, recita: “quello notevole che dicono Nuragi-Anna (da identificare con il nuraghe denominato nella cartografia Jana, conosciuto in letteratura come nuraghe Diana) distrutto in parte, ma degno di essere veduto per la sua singolare forma che si vede nella sua camera”.

La posizione

Il Nuraghe Diana è posto sulla litoranea per Villasimius ed è facilmente raggiungibile percorrendo la SP17 fino alla località di Baia Azzurra – Is Mortorius.

Domina sulla sommità di una collinetta, a nord del promontorio di Is Mortorius, dista circa 150 metri dal mare, ed è posto a 35 m.s.l.m .

Il nuraghe, per la sua straordinaria posizione strategica e di controllo, certamente faceva parte del sistema difensivo costiero nuragico a controllo delle rotte percorse nell’età del Bronzo medio-recente nel Golfo degli Angeli (da capo Carbonara fino a Capo Spartivento per poi procedere fino a Capo Teulada e oltre). Dalla sua sommità era possibile monitorare i traffici micenei, levantini, ciprioti, punici e romani.

Dalle prospezioni subacquee, effettuate lungo la costa del promontorio di Is Mortorius, l’archeologa Patrizia Zuncheddu ha potuto rilevare tutte le condizioni che fanno ipotizzare la presenza di un approdo naturale che consentiva e facilitava lo sbarco di chiunque avesse necessità di approdare o salpare da questa costa. Il fondale ha restituito materiale ceramico di epoca romana e non si esclude l’utilizzo dell’approdo anche in tempi più antichi.

Viste aeree Nuraghe Diana

Il territorio di Quartu Sant'Elena

Fin dall’antichità il territorio di Quartu Sant’Elena è stato un crocevia di genti provenienti dal mare, da aree interne e da centri vicini. Flussi di popoli che viaggiando con le proprie culture hanno contribuito ad arricchire in modo straordinario il patrimonio archeologico, storico, culturale e quindi identitario di questo territorio.

L’abbondanza di insediamenti archeologici è una peculiarità della costa meridionale di Quartu S. Elena. I monumenti a cui si fa riferimento sono in gran parte risalenti all’epoca nuragica: nuraghi semplici, complessi e a Tholos o, ancora, monumenti sepolcrali come la tomba di giganti di Niu ‘e Crobu.

Non mancano persistenze occupazionali di età Neolitica, Eneolitica, punica, romana e medioevale.

Interno Nuraghe Diana

La struttura

Realizzato in un unico momento interamente in granito, rivela paramenti murari in opera sub quadrata e poligonale realizzata con massi di notevoli dimensioni collocati soprattutto nelle parti alte dei paramenti murari.

Lungo il perimetro esterno è stata rinvenuta una notevole quantità di materiale litoide, dovuta a crolli, a deposito naturale avvenuto nel corso dei secoli e da sottrazione e alterazione plani volumetrica degli impianti originari avvenuti durante l’utilizzo dell’area come Batteria militare antinavale "Carlo Faldi" durante la II guerra mondiale.

L'Impianto Planimetrico

Il nuraghe Diana, nel suo impianto planimetrico, presenta una pianta a schema plurimo con mastio o tholos centrale, due torri minori e un vano pavimentato sopraelevato rispetto alle altre torri laterali. Gli ambienti descritti risultano collegati tra loro da ciclopiche cortine murarie che ne delineano una pianta a forma triangolare, racchiudenti un cortile quadrangolare, con ingresso aperto a sud-est.

La distribuzione

Il cortile interno, ad andamento quadrangolare e ben conservato, funge anche da disimpegno per l’accesso ai diversi ambienti del nuraghe: la Tholos Centrale, le Torri laterali B e C; il vano di disimpegno, la scala dove sono presenti gradini che si sviluppano lungo il perimetro murario e che fanno supporre che il monumento fosse caratterizzato da un piano superiore.

Tholos Centrale

La Tholos centrale o Mastio risulta sovrastata da una torretta bellica di avvistamento, che si riferisce alla II guerra mondiale, raggiungibile dall’esterno tramite una rampa di gradini granitici, cementati dagli stessi militari sullo spessore della cortina nord-est, al suo interno è visibile un pavimento in cemento armato, munito di botola che si apre verso l’interno della poderosa e ben conservata tholos centrale.

All’interno della tholos sono presenti due poderose nicchie perfettamente simmetriche tra loro e di cui la nicchia ovest è caratterizzata dalla  presenza di due massi poligonali alla base che sorreggono un masso di dimensioni straordinarie. Altro elemento architettonico di raffinata fattura è certamente la finestrella triangolare realizzata sopra l’arco del poderoso architrave posto all'interno dell’ingresso dalla Tholos.

Visite guidate

Il nuraghe spiegato da chi l'ha scavato

L'Archeologa Patrizia Zuncheddu ha condotto con il Prof. Enrico Atzeni le campagne di scavo a partire dagli anni 2000, per conto della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna e il Comune di Quartu Sant'Elena.

Oggi è responsabile scientifico del nostro progetto nonché la migliore guida per conoscere i segreti del Nuraghe Diana. Durante la stagione estiva sono previste visite guidate ad accesso gratuito.

Patrizia Zuncheddu

Archeologa

Responsabile scientifico

Promotore

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Via Tel Aviv, 25
09129 - Cagliari
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